



“Andretta è il capoluogo del mandamento di cui fa parte la mia terra nativa, ed è forse il primo nome di paese che imparai nella mia fanciullezza. Affacciato al balcone di casa mi dicevano: guarda quel paese lì dirimpetto sul monte, si chiama Andretta”. Così scriveva Francesco de Sanctis nel suo viaggio elettorale nel 1875. Il problema delle origini del nome “Andretta” ha assillato indubbiamente la mente di alcuni studiosi locali. Svariate sono le ipotesi riguardo l’etimologia del nome “Andretta”; la prima si trova in “Andretta Belice” di Angelo Acocella il quale sostiene che la ragione dell’antichità di Andretta va ricercata “nell’etimologia del nome”, di derivazione greca, e non è che la più pura e legittima filiazione di
‘ andreiecta’ che vuol dire: “ciò che ha sostanza, fermezza e valore”.
L’altra ipotesi è quella sostenuta da Aurelio di Matteo nel libro “Andretta e l’Alta Irpinia”: il nome Andretta deriva da άντρον [-ον, το] (antron) antro, tana, caverna, grotta; con il relativo aggettivo άντρωδης [-ɛς], (àntrodes, andrecta, andretta) luogo pieno di grotte.
Andretta, centro agricolo dell’alta valle del fiume Ofanto, sulla riva sinistra, in Alta Irpinia in provincia di Avellino, è situata su una collina a 840 s.l.m., tra i torrenti Sarda, le cui origini sono chiuse dai fianchi dei monti di Mattinella, e l’Orata che da sotto Bisaccia corre lungo il pendio orientale del Formicoso fino sotto Cairano da dove poi, volgendo parallelo all’Ofanto, vi si immette. Con una superficie territoriale di 4361 ettari di cui 4173 agrari e forestali, Andretta confina con Bisaccia, Cairano, Calitri, Conza della Campania, Morra de Sanctis e Guardia dei Lombardi. Il territorio del Comune di Andretta comprende, oltre il centro urbano, la frazione Mattinella e le contrade di Aiafalca, Alvano, Arenara, Bosco S.Giovanni, Casadogna, Castelluccio, Cervino, Conici, Montefelice, Nocemanna, Occhino, Orcomone, Piani del Monaco, Pietra Rapone, Pisciolo, Ponte Raponciello, Santa Maria, Schiavi, Selice, Serrabianca, Vallone delle Canne, Valle Santa Maria, Valle Toline. Lo stemma di Andretta reca sullo scudo sannitico in campo azzurro un leone d’oro rampante che tiene un ramo di alloro con le quattro zampe. Sotto lo scudo vi è una doppia fronda, unita da un nastro tricolore, di alloro verde con le drupe d’oro a destra e di quercia verde con le ghiande d’oro a sinistra. Il tutto è sormontato da una corona d’argento da Comune. Il gonfalone è su drappo giallo con le bordature azzurro. Il patrono è S. Antonio da Padova e si festeggia il 5 settembre, con S. Gerardo e S. Rocco. Anticamente il primo protettore era S. Michele Arcangelo: il secondo era S. Antonio e il terzo S. Filomena la cui festività era fissata l’ultima domenica di agosto. Sono protettori anche S. Rocco e S. Pasquale Baylon. Andretta nasce dopo la frantumazione dello Stato Normanno. Quando la città diventa un feudo diverso dai suoi castelli e casali, sorgono tante Università e gruppi di case quanti sono i luoghi fortificati. Le abitazioni vengono costruite nelle vicinanze di questi luoghi per motivi di sicurezza. Andretta è infeudata nel 1124 da Roberto Fondeville. Alla sua morte il feudo passa a Galeramo o Aleramo che sposa Galiena. Da questi nascono tre figli: Fromondo, Tommaso e Roberto. A Galeramo succede Fromondo. Regna re Ruggero, poi il figlio terzogenito Guglielmo II (1154-1166), a questi succede Guglielmo il Buono. Nell’arco di tempo 1213-1268 si susseguono Roberto, in seguito una parte di Andretta, Pescopagano, è concessa a Rinaldo de Ponticelli, nello stesso periodo alcuni beni di Landolfo e Matteo di Andretta passano a Giovanni Gagliardi e poi il Comune di Andretta viene concesso al milite Sansone de Osta (1272-1273). Alla morte di Rinaldo tutti i suoi beni vengono confiscati per il mancato versamento di alcune somme, nel 1280 vengono riconsegnati al figlio Giovannotto. Nel 1330 è feudatario Enrico di Aprano a cui succede la figlia Letizia. Le terre appartenute a Giovanni Gagliardi passano alla famiglia francese Gianvilla o Janvilla. Alla morte di Goffredo, figlio di Giovanni, i beni vengono confiscati nel 1426 dalla regina Giovanna e venduti per 10.000 ducati, con S. Angelo dei Lombardi e Lioni a Sergianni Caracciolo. La stessa regina affida alcuni beni di Andretta a Giacomo Piscicelli che lascia eredi i figli Giovanni e Francesco. Sono questi i due fratelli che si sono divisi Andretta: uno era padrone “dal Castello a basso, verso la Chiesa Maggiore” e l’altro “dal Castello ad Alto, verso la Nunziata” così come raccontato dal cronista conzano. Nel 1427 i feudi di Giovanni o Sergianni Caracciolo passano, con assenso regio, al fratello Marino. Leonardo I Caracciolo, nipote di Marino e figlio di Sergianni II di Caterina del Balzo, acquista nel 1483 da Antonio Piscicelli metà delle terre di Andretta e nel 1484 da Bernardo, cugino di Antonio, un’altra parte delle terre andrettesi riunendo così il feudo. A Leonardo succede il figlio Giacomo e a quest’ultimo Leonardo da cui discende Giovanni Giacomo e quindi Carlo Caracciolo. Carlo, morendo, lascia erede la figlia Caterina che sposa Ettore Pignatelli dai quali nasce Anna che sposa Francesco Maria Carafa. Alla morte di Caterina (1622) viene nominato successore il nipote Francesco Maria, figlio di Anna Pignatelli e Francesco Maria che vende, nel 1637, le terre di Andretta con Lioni, S. Angelo dei Lombardi, Nusco a Landolfo d’Aquino. I beni passano alla morte di quest’ultimo, al figlio Luise. La compera di Landolfo era aggravata da ipotetiche e obbligazioni a beneficio di Giovanni Vincenzo Imperiale: perciò gli eredi, Francesco Maria e Giovanni Battista, se li contendono. Dopo una lite di oltre venti anni tutti i beni vengono assegnati a Francesco Maria con l’obbligo di pagare la somma di 72518 ducati. I beni passano quindi a Francesco Maria II, poi a Giulio (1734) quindi a Placido, e infine a Giulio che li conserva fino all’eversione della feudalità.