





L’uva da vino da secoli viene trasformata dall’uomo; coltivare una vigna richiede lavoro continuo, passione e dedizione. Un vecchio proverbio dice: “per la vigna e l’orto ci vuole l’uomo morto”, significando che chi si dedica a questo lavoro duro è impegnato quotidianamente per moltissime ore e quindi non ha tempo per altre attività. Dopo un anno di lavoro nella vigna, l’atto conclusivo è la vendemmia che da sempre è un rito quasi sacro che coinvolge le famiglie contadine. Si parte la mattina presto, armati di forbici e ceste, si scelgono accuratamente i grappoli buoni, si poggiano con delicatezza senza comprimerli nelle ceste o nelle cassette che vengono portate nella cantina; l’uva viene diraspata e ridotta a vinaccia. In questa condizione le vinacce vengono lasciate ribollire e successivamente da esse viene estratto il primo vino. La parte di vinaccia rimasta viene lavorata con il torchio, il vino prodotto viene lasciato sedimentare e successivamente filtrata fino al trasferimento in contenitori più grandi. A questo punto il processo della vendemmia è terminato.